Microzonazione sismica
La pericolosità sismica di un territorio è rappresentata dalla frequenza e dalla
forza dei terremoti che lo interessano, ovvero dalla sua sismicità.
Viene definita come la probabilità che in una
data area ed in un certo intervallo di tempo si verifichi un terremoto che
superi una soglia di intensità, magnitudo o accelerazione
di picco (Pga) di nostro interesse.
In Italia abbiamo numerosi studi e documenti sulla sismicità
della nostra Penisola, che costituiscono un patrimonio
storico unico al mondo.
Le prime considerazioni, spesso fantasiose, sull'origine dei terremoti e sulle
caratteristiche sismiche del territorio italiano si rintracciano già nelle
opere degli studiosi a partire dal XV secolo.
Ma è solo nel XIX secolo, con lo sviluppo delle scienze sismologiche, che iniziano
ad essere pubblicate ricerche sulle cause e sulla distribuzione geografica dei
terremoti.
La diffusione degli strumenti sismici dalla fine del XIX secolo e delle reti di
monitoraggio nel XX secolo daranno l'impulso definitivo agli studi per la
caratterizzazione sismica del territorio.
Gli studi di pericolosità sismica sono stati impiegati, soprattutto negli
ultimi anni, nelle analisi territoriali e regionali finalizzate a zonazioni (pericolosità
di base per la classificazione sismica) o microzonazioni (pericolosità
locale).
In quest'ultimo caso, valutare la pericolosità significa individuare le aree a
scala comunale che, in occasione di una scossa sismica, possono essere soggette
a fenomeni di amplificazione e fornire indicazioni utili per la pianificazione
urbanistica.